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n. 4 / gennaio 2014

Sawyer dominatore assoluto e leader necessario. La doppia natura del potere in Lost

 

 

Alfredo Ferrara
Università degli Studi di Bari Aldo Moro

 

Un aereo di linea precipita sull'Oceano: il gruppo di superstiti si ritrova a convivere su un'isola deserta; la possibilità di comunicazione con la terraferma sembra non esserci e pertanto quella che si ritrova, suo malgrado, ad essere una comunità deve porsi il problema della sopravvivenza e della convivenza in un contesto nel quale i confort e le regole cui sono abituati sono venute improvvisamente meno.

Da Il signore dello mosche in poi questo è un vero e proprio archetipo perché pone l'umanità in una situazione limite nella quale tutto ciò che si è storicamente sedimentato in istituzioni, sistemi economici e stili di vita viene improvvisamente meno e delle persone che all'interno di quel recinto sono nate ed hanno sempre vissuto si trovano a doversi confrontare con la loro sospensione. Questa condizione è diventata un vero e proprio topos dell'immaginario occidentale contemporaneo e ne abbiamo conferma nei tanti ritorni che di cui troviamo riscontro nella cultura pop. Nella decima serie dei Simpson ad esempio troviamo una puntata intitolata Il pullmino dei bambini nella quale si racconta una gita scolastica che, in virtù di un rocambolesco incidente automobilistico del pullmino, fa finire la classe di Lisa e Bart su un'isola deserta. Il richiamo al celebre romanzo di Golding è evidente anche per taluni riferimenti diretti (quale ad esempio la caccia al cinghiale).

Lost si inserisce in questo filone: un aereo di linea di una compagnia australiana, l'Oceanic 815, in volo tra Sydney e Los Angeles precipita su un'isoletta in pieno Oceano Pacifico. I superstiti devono confrontarsi con tutte le problematiche che abbiamo prima accennato con in più alcuni elementi di complessità rispetto al topos de Il signore delle mosche: l'eterogeneità anagrafica ed etnica, la presenza sull'isola di un'altra comunità e diversi elementi situabili al confine tra misticismo ed irrazionalità.

Riflettere sul potere in questa serie televisiva in un articolo, così come questo numero di Iconocrazia intende fare, apre ambiti sconfinati di riflessione: all'interno del topos letterario nel quale essa è inscritta infatti i rapporti di forza, l'autogoverno di una comunità costituitasi casualmente ed il rapporto tra potere e natura umana non sono aspetti secondari della narrazione ma ne costituiscono la stessa ragion d'essere. Per tal ragione ci concentreremo sulla vicenda di un personaggio in particolare: James Ford. Si tratta di un guitto individualista, perfetto alter ego di Jack Shepard, neurochirurgo diventato leader del gruppo dei sopravvissuti in virtù della sua saggezza e della sua capacità di mediazione. Ford è diventato orfano di entrambi i genitori in tenera età perché il padre, dopo aver scoperto la relazione tra la madre e un truffatore, decise di ucciderla per poi togliersi la vita. Il truffatore si faceva chiamare Sawyer e Ford decise di far suo questo soprannome cominciando anch'egli a fare il truffatore, con l'intento un giorno di trovare l'uomo che aveva originato la strage della sua famiglia. La sua capacità di raggirare e il suo cinismo caratterizzeranno anche la sua vita sull'isola e i suo rapporto con gli altri sopravvissuti dell'Oceanic 815.

Prima di passare all'analisi di due distinti episodi della serie che riguardano Sawyer occorre evidenziare due aspetti della storia senza i quali è impossibile comprendere il seguito. Il gruppo dei sopravvissuti troverà sull'isola una comunità di persone con la quale entra subito in conflitto. Il nome che dai sopravvissuti è attribuito a questa comunità è “gli altri”. Oltre a questo gruppo i superstiti entrano scoprono un bunker abitato da una persona impegnata periodicamente a digitare un codice: non conosce l'utilità di ciò ma sa che non farlo potrebbe causare una catastrofe.(1)

La XIII puntata della seconda serie, intitolata “Il lupo” si apre con Jack che chiede ad Ana-Lucia, ex-poliziotta anch'essa passeggera sopravvissuta dell'Oceanic 815, quanto tempo ci voglia per addestrare un esercito: il gruppo è in fermento perché ha da poco incontrato “gli altri” che gli hanno intimato di non superare un confine che separa le due comunità. Questo è avvenuto dopo una serie di atti che la comunità dei superstiti ha percepito come ostili nei propri confronti. Jack poi, insieme a un altro sopravvissuto chiamato John Locke, decide di custodire in una stanza del bunker chiusa con una combinazione una valigetta di armi recuperata tra i bagagli dell'aereo, unendole a quelle già custodite nelbunker. La comunità si confronta quindi con il tema del monopolio della forza, elemento fondante la nascita dello stato moderno. È facile immaginare come la questione del monopolio della forza e quella del nemico entrino presto in conflitto tra loro: mentre cura l'orto Sun, un'altra sopravvissuta, subisce un'aggressione; viene ritrovata priva di coscienza ma quando rinviene dice di non esser riuscita a vedere in volto il suo aggressore. La comunità, già ostile a “gli altri”, attribuisce subito a loro la responsabilità dell'accaduto, eccezion fatta per Sawyer che osservando il tutto da lontano comincia a instillare nella comunità il dubbio che Ana-Lucia abbia orchestrato quell'aggressione per accrescere l'ostilità nei confronti de “gli altri” e accelerare la costituzione dell'esercito. Quando gli umori si scaldano la comunità convince Jack a prendere le armi ma Sawyer corre da Locke, di guardia al bunker, avvisandolo che Jack stesse arrivando insieme agli altri sopravvissuti per prendere le armi. A quel punto Locke lascia Sawyer a sorvegliare il bunker ed esce per nascondere le armi. A sera tarda sulla spiaggia c'è l'incontro tra Locke e Jack, infuriato perché il patto di cogestione delle armi è stato violato; gli chiede veementemente di dirgli dove abbia messo le armi ma la discussione viene interrotta da colpi di fucile che vengono dalla foresta: da qui esce Sawyer che pronuncia le seguenti parole: “Eravate così presi a controllarvi tra di voi che non avete badato a me”; e poi rivolgendosi a tutti: “avete deciso che sarebbero stati questi due a dirvi cosa fare e quando farlo, be' io ho finito di prendere ordini”, concludendo con “adesso l'unica cosa che conta sono le armi e se qualcuno ne vuole una dovrà venire da me a chiedermela […] in città c'è un nuovo sceriffo ragazzi, vi conviene farci l'abitudine”. A realizzare materialmente l'aggressione a Sun è stato Charlie, un altro sopravvissuto che poi ha seguito Locke mentre nascondeva le armi per riferirne l'ubicazione a Sawyer; questi ha sapientemente utilizzato il risentimento che Charlie nutriva verso Locke in ragione di una vicenda pregressa. Il possesso delle armi significa per Sawyer dominio assoluto sulla comunità dei sopravvissuti, sia perché afferma un potere interno alla comunità stessa, sia perché sono lo strumento di difesa da “gli altri” ed ora è solo ed esclusivamente Sawyer a deciderne tempi e forme.

Una stagione dopo la situazione è profondamente mutata. Nell'episodio 15 della III serie, intitolato “Abbandonate”, tutti i personaggi più carismatici sono lontani dalla comunità dei sopravvissuti, chi perché fatto prigioniero da “gli altri”, chi perché messosi sulle loro tracce per liberarli. L'unico personaggio carismatico rimasto è per l'appunto Sawyer, ma a differenza di tutti gli altri che sono andati via, è un'individualista incapace di assurgere al ruolo di leader riconosciuto di una comunità. Hurley, uno dei sopravvissuti rimasti insieme al gruppo, raggiunge Sawyer sulla spiaggia e gli riferisce che in virtù di quanto successo poco prima (nell'episodio precedente sono stati ritrovati morti due sopravvissuti e Sawyer ha cercato di impossessato dei diamanti in loro possesso) il gruppo ha deciso di mettere ai voti la possibilità di bandire dal gruppo Sawyer. Hurley invita pertanto Sawyer a fare ammenda nei confronti del gruppo usando quest'argomentazione: “forse dovresti considerare i vantaggi che derivano dal far parte di questa comunità: non sai procurarti da mangiare, usi la nostra latrina, bevi l'acqua che Steve porta al campo tutte le mattine”. Sawyer rifiuta l'ipotesi di fare ammenda insultandolo ma poi, dopo aver provato a pescare un pesce ed a pulirlo senza riuscirsi, torna da Hurley dicendo di essere disposto a fare ammenda. Dopo aver ottenuto le scuse per le offese ricevute Hurley gli consiglia il da farsi per ottenere il voto favorevole di Claire, una ragazza che ha partorito sull'isola: deve avvicinarsi a lei essendo gentile, mostrando interesse nei confronti del neonato e porgendole una coperta. Dopo aver fatto ciò e averne ricavato uno stupito sorriso, Sawyer decide di cercare di corrompere tutti andando a caccia di un cinghiale per offrirlo alla comunità intera. Durante il barbecue in cui si consuma il frutto della cacciagione, Sawyer si avvicina a Charlie dicendogli che dopo questo atto di generosità si augura che tutti votino a favore della sua permanenza nella comunità; scopre così che non ci sarà nessuna votazione e che è stata tutta un'invenzione di Huerley. Andato da questi per chiedere spiegazioni si sente dire “se devi farci da leader per un po' devi avere un certo comportamento” e poi “Jack non c'è, Locke è andato, Kate e Sayid... ci resti solo tu […] quando Paulo e Nikki sono morti ci siamo rivolti a te; è vero che hai cercato di rubare i diamanti ma volevamo poter contare su di te”. Di fronte all'obiezione di Sawyer “e se non mi andasse di fare il leader?” Huerley risponde “be', credo che neanche Jack ne avesse voglia: è dura ma devi!”(2).

In questi due episodi, in una sorta di romanzo di formazione, lo stesso personaggio si ritrova a ricoprire un ruolo di potere in due circostanze profondamente diverse che mostrano due lati diversi del potere stesso: se nel primo episodio Sawyer sperimenta il potere come dominio assoluto sugli altri componenti della comunità grazie al monopolio della violenza che gli conferisce il possesso esclusivo delle armi, nel secondo episodio conosce il potere come necessità per mantenere in vita una comunità. In questo possiamo riscontrare la duplicità del potere all'interno della dialettica servo-padrone hegeliana: l'atto di fondazione di una comunità non coincide con un patto sancito tra i contraenti ma con un atto di prevaricazione attraverso il quale uno impone all'altro (o agli altri) il proprio dominio attraverso la forza. La forza diviene pertanto un elemento fondante la comunità e, nonostante possa essere frutto di una legittimazione democratica che ne veli lo squilibrio, rimane latente nella vita della comunità stessa(3); quando però il predominio della violenza viene sottratto al processo democratico il velo che celava la forza quale elemento fondante la comunità viene a cadere. Quando Sawyer si impossessa delle armi con l'astuzia imponendo il suo dominio al resto del gruppo strappa questo velo e rende visibile l'importanza della forza e della violenza. Alla nascita della comunità vi è quindi il desiderio di annientare l'altro (o gli altri), superato però nella possibilità di dominarlo attraverso quella che Judith Butler ha chiamato “attenuazione del desiderio di annientamento” (2009, p. 69).

Con la fondazione della comunità tuttavia non emerge anche la coscienza di tale fondazione: emerge solo la coscienza del dominio: Sawyer stesso infatti non ha coscienza di quanto, prendendo il potere nella comunità attraverso il monopolio della forza, stia maneggiando uno strumento così importante per la comunità stessa. Lo imparerà solo più tardi, quando la comunità si troverà a confrontarsi con una vacatio di potere che significa che a esser messa a rischio è la sua stessa sopravvivenza; Sawyer scopre qui un volto diverso del potere: non più strumento di prevaricazione ma presa in carico della comunità. È significativo che questo duplice aspetto del potere emerga all'interno di Lost in relazione alla vicenda dello stesso personaggio, mostrando come tale duplicità non sia dovuta alle persone che lo incarnano (prevaricatore vs statista) ma riguarda la sua stessa natura. Tale concezione ha delle conseguenze antropologiche rilevanti; Kojève scrive a riguardo: “l'esistenza umana, storica, cosciente di se stessa, non è dunque possibile se non là dove ci sono, o ci sono state, lotte sanguinose, guerre di prestigio” (p. 212). Non è quindi solo la comunità a nascere in una lotta in cui alla fine rimangono un prevaricatore e un prevaricato ma è l'umanità stessa, per come noi la conosciamo, che nasce in questa maniera.

Sawyer scopre nel corso della storia la duplice natura del potere sperimentandola nella propria esperienza esistenziale, imparando attraverso l'uso della forza e l'esercizio del potere qualcosa di nuovo circa se stesso. Il cinismo e l'arroganza che ne caratterizzano la personalità sono un portato del trauma infantile dovuto alla prematura e tragica scomparsa di entrambi i genitori. Abbiamo prima paragonato questa evoluzione del personaggio al romanzo di formazione: Sawyer si affrancherà progressivamente da quel trauma dandone prova in una accresciuta capacità di convivere con gli altri; in tale percorso l'astuzia di Hurley di cui è vittima non ne sarà che una tappa in cui egli proverà a domare la durezza della propria personalità senza mai riuscire a rimuoverla. In questo possiamo registrare un'assonanza con una storia più ampia, quella propria dell'umanità intera.



Bibliografia

G. Preterossi, La politica negata, Laterza, Roma-Bari 2011.
A. Kojève, Introduzione alla lettura di Hegel, Adelphi, Milano 1996 [Ed. or. Introduction à la lecture de Hegel. Leçons sur la Phénoménologie de l'esprit professées de 1933 à 1939 à l'École des Hautes Études, réunies et publiées par Raymond Queneau. Paris, Gallimard, 1947].
J. Butler, Soggetti di desiderio, Laterza, Roma Bari 2009 [Ed. or. Subjects of Desire, Columbia University Press, 1987].
G. W. F. Hegel, Fenomenologia dello spirito, trad. it. di E. De Negri, La Nuova Italia, Firenze 1963.


1) Volontariamente non entriamo nel dettaglio di questi due aspetti della narrazione che resteranno oscuri per una lunga parte della serie e arriveranno a chiarirsi progressivamente.

2) È singolare quanto questi due episodi abbiano dei rimandi l'uno all'altro. La struttura narrativa di Lost prevede che in ogni episodio oltre alla narrazione di quello che avviene sull'isola ci siano dei flashbacks relativi alla vita precedente all'incidente aereo di un personaggio. I flashbacks del secondo episodio sono una continuazione di quelli del primo: nel primo viene raccontato come Sawyer truffa una sua amante mentre nel secondo si racconta di coma questa amante, dopo esser stata truffata, incontra Kate. Inoltre se nel primo episodio avviene l'aggressione a Sun orchestrata da Sawyer, nel secondo episodio Sun ha appena scoperto la verità su quanto accaduto mentre curava l'orto e infatti mentre Sawyer cerca di pescare si incontrano gli sguardi dei due e Sun lo distoglie con disappunto.

3) Come scrive Preterossi “anche quando è 'legittimo' il potere serba sempre un potenziale di sfrenamento” (P. 5).

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